Raccontare i fatti più salienti del 2020 esportivo è stata impresa ardua dove abbiamo cercare di riassumere il tutto in tre grossi ceppi.
Il primo, come facile da ipotizzare, riguarda il fatto storico più importante dell’anno ossia l’emergenza coronavirus che ha colpito il mondo.
La pandemia globale ha rivoluzionato lo stile di vita e i comportamenti delle persone che, per ingannare il tempo del lockdown, hanno utilizzato varie forme d’intrattenimento.
Videogiochi, serie tv e film hanno fatto compagnia in questo periodo con i primi che hanno avuto attenzione mediatica senza precedenti.
Vari tornei di beneficenza sono stati organizzati online con tante personalità dei vari mondi culturali a sfidarsi con pad o mouse e tastiera.
Eventi anche di largo respiro competitivo, come dimostrato dalle varie serie realizzate da organizzatori quali ESL, Dreamhack e Beyond The Summit.
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— BTS Dota (@BTSdota) December 1, 2020
Tra bug e fixing
Un 2020, quello esportivo, segnato dai fatti relativi a vari scandali che hanno colpito molte sfere della scena competitiva.
Il match fixing continua ad infestare con i casi che hanno colpito maggiormente l’universo di Dota 2 e, in particolar modo, in Cina.
La vicenda dei Newbee è stata la cima di un iceberg che trova ramificazioni anche in altre categorie di livello più basso.
Non solo esso, lo scoprire bug per trarre vantaggio nelle varie competizioni ha portato, quest’anno, ad una delle più grandi indagini mai compiute.
Il caso dei coach che hanno sfruttato le falle di CS:GO è stato oggetto d’indagine da parte della ESIC che ha aperto un grande vaso di Pandora.
Quasi centomila partite analizzate e trentasette trainer squalificati, atto di forza realizzato da tale compagnia per garantire un ecosistema solido.
ESIC announces sanctions against 37 individuals in relation to the exploitation of the Spectator Bug.
Only 20% of available data (99,650 demos) has been examined.
ESIC to issue one final report at the end of October to close the investigation. pic.twitter.com/tyduJkVvxo
— ESIC (@ESIC_Official) September 28, 2020
Speaking Out e Nintendo colpiscono Smash
Ultimo, ma non ultimo in termini d’importanza sono state le vicende le hanno colpito una grossa scena competitiva.
L’universo di Smash ha registrato il suo anno buio, ciò dovuto ad una valanga di problematiche, legate principalmente a due grossi filoni.
Il tutto è iniziato a Gennaio con l’annuncio da parte di Nintendo di non voler supportare a livello economico i vari tornei organizzati da ogni parte del globo.
Una decisione che ha portato, nel proseguo dell’anno, ad una battaglia furente con la community di Melee, la quale si è sentita abbandonata dalla grande N.
Ciò ha portato alla creazione del movimento #freeMelee ,organismo per consentire che tale sistema possa sopravvivere senza l’ausilio della casa nipponica.
Once again he proves why he's the G.O.A.T 🐐@C9Mang0 takes the #C9WIN 3-1 against iBDW and is your LACS 3 champion! #FreeMelee pic.twitter.com/8hZ9Qe3FbL
— Cloud9 (@Cloud9) December 21, 2020
Un 2020 per il mondo di Smash, è in generale per quello videoludico, funestato anche dai fatti attorno allo Speaking Out.
Costola del MeToo, nato in Gran Bretagna, esso ha colpito figure di spicco quali Redeye o dei Method, team storico all’interno della scena di Warcraft.
Following the attacks made on my character over the last few days, I have decided to walk away from esports. pic.twitter.com/mWHFVG9VJb
— Paul Chaloner (@PaulChaloner) June 29, 2020