I vari pro player, tra stipendi e premi durante i tornei, ricevono somme di denaro che, col passare delle annate, sono divenute sempre più alte.
Basti considerare al primo premio che erogato da Valve per i vincitori del The International, il mondiale di Dota 2.
Grossi flussi monetari che, in molti stati, trovano una sorta di regolamentazione da punto di vista della disciplina contabile.
Esempio è la Svezia che impone che tali somme di denaro siano inserite al reddito personale e sottoposte alla tassazione che varia dal 20 al 25%.
Regime delle imposte che, anche in queste latitudini, vengono riscontrati casi di evasione fiscale dove, uno di questi, ha come protagonista un nome storico del panorama di CS:GO.
Nella giornata di Giovedì, il tribunale distrettuale di Attunda, zona a sud-est di Stoccolma ha condannato Robin “flusha” Rönnquist, storica bandiera dei Fnatic.
Il giocatore ha subito sentenza per evasione fiscale in merito all’omessa dichiarazione di premi in denaro durante il 2015.
Durante tale annata, lo svedese ha omesso di dichiarare oltre un milione di corone svedesi (pari a 100.000 €) di premi ottenuti in tal periodo.
Il tribunale ha imposto a Flusha una pena di quattro mesi di reclusione, misura poi convertita in 120 ore di lavori socialmente utili.
Oltre a ciò, lo svedese dovrà pagare una tassa pari al 40% della somma omessa nonché fare una donazione in favore al fondo per le vittime di reati fiscali.