Il riconoscimento degli esport come sport effettivo è uno dei temi più caldi nell’universo videoludico in Europa. Russia e Francia, da tempo, hanno indicato la via e molti altri Paesi hanno iniziato un percorso che sta portando i primi risultati.
Flessibilità per gli extra-UE
La Germania è tra gli Stati europei dove la questione riconoscimento è in fase avanzata. L’aumento degli eventi in terra teutonica e il supporto del Governo Merkel si scontrano con il diktat negativo del mondo sportivo.
I pareri negativi, però, non scoraggiano l’azione della locale federazione esportiva, la ESBD, che ha portato alcune importante vittorie.
L’ultima è l’accordo con il governo federale per la semplificazione delle procedure di rilascio visti per i giocatori dall’area extra-UE, nonché per possibilità di soggiorno fino a 90 giorni in un anno.
La soddisfazione è arriva attraverso le parole di Hans Jagnow, Presidente della ESBD, il quale ha dichiarato a infoset.de che ”è stato fatto un importante passo avanti ma il percorso è ancora lungo per il riconoscimento e per far diventare la Germania uno dei paesi più importanti per l’esport in Europa”.
I pioneri delle Isole Canarie
La Spagna, negli ultimi anni, è quasi diventata la nuova mecca degli esport in Europa. Un esempio di ciò arriva dalle Gran Canarie con il progetto Talent Esport Canaries.
Nato nel 2017, il Talent è diventato fulcro della comunità locale grazie al supporto del governo centrale, pronto a inserire l’iniziativa in un contesto nazionale.
Miguel Ángel Betancor, presidente del progetto, lo descrive come occasione di sviluppo degli esport all’interno di un ecosistema basato sul concetto di videogioco sinonimo di cultura, istruzione e creatività.