Uno degli obiettivi fissati dalle varie federazioni esportive nazionali è quella di ottenere il riconoscimento da parte delle autorità istituzionali e, nel corso degli anni, alcune nazioni hanno fatto il grande passo, come sta accadendo in queste ore dalle Filippine.
Una battaglia durata anni
Entro il prossimo aprile team, organizzazioni e atleti filippini saranno regolamentati attraverso il Games and Amusements Board, che creerà una giurisprudenza specifica che disciplinerà diritti e doveri dell’universo esportivo del Paese.
Una battaglia durata anni, vinta in primis grazie all’aumentare degli eventi di carattere internazionale (specie in Dota 2) ma anche grazie al supporto ricevuto da parte dal senatore Bam Aquino (nella foto) nell’ottenere il riconoscimento presso delle autorità di Manila.
Quest’ultimo, nel 2016, ha provveduto in prima persona a recarsi presso l’ambasciata americana per permettere ai team filippini (Exacration e TNC) di partecipare al The International 2016.
La famiglia si allarga
Il riconoscimento da parte delle Filippine porta a sei il numero degli Stati che hanno elargito agli esport lo status di sport riconosciuti.
Le apripista sono state Cina e Corea del Sud ma l’anno di grazia di questo processo è stato il 2016, con i riconoscimenti da parte della Francia, con il decreto della Repubblica Digitale, e della Russia con il decreto 470/2016. Ultimo arrivato, solo a livello cronologico, è stato l’Ubzekistan attraverso un decreto presidenziale lo scorso ottobre.
Caso particolare è invece quello della Finlandia, dove la locale federazione esportiva ( SEUL n.d.a) è entrata a far parte del comitato olimpico del Paese come membro associato.