A fine settembre abbiamo avuto la fortuna di poter vivere dal vivo i tornei della Milan Games Week 2017 e chiacchierare con i suoi protagonisti: giocatori, organizzatori e talent che ogni giorno lavorano per rendere l’esport italiano uno spettacolo sempre migliore. Fra queste, anche il vivacissimo Bryan Ronzani che da fiero fan delle competizioni (delle quali è stato lui stesso protagonista ai tempi di Counter-Strike: Source) ha prestato il suo talento alla PG Arena durante il weekend in fiera. Host ufficiale degli eventi PG Esports – e persino giocatore nello showmatch di sabato insieme ad Hal e Hawk3N -, lo speaker di Radio 105 ha scaldato gli animi dei tifosi prima e dopo i tornei, dando prova di essere un perfetto padrone di casa per un evento esport così importante.
TGMesports: Hai già parlato delle tue passate esperienze in campo esport sia con noi che sui tuoi social. Ti saresti mai aspettato che sarebbe cresciuto così tanto dal 2009 a oggi?
Bryan: In realtà dopo il 2009 ho sentito un calo, come un buco nero. Anche per quanto mi riguarda è un po’ scomparso. Sembrava nel mondo di CS che fosse arrivata la fine. A un certo punto è uscito GO, all’inizio non ha tirato tanto. Ma con il tempo, anche grazie alla possibilità di comprare le armi e le skin la gente si è a riavvicinata. Soldi ed eventi vanno sempre a braccetto. Il mercato si è avvicinato al mondo dell’esport e questo l’ha reso quello che è oggi. Di riflesso, con il tempo anche l’Italia ha seguito l’esempio estero ha assorbito in qualche modo il cambiamento, seppur sempre in ritardo.
TGMesports: Ti saresti mai aspettato ci sarebbe stata così tanta partecipazione alla fiera? In tantissimi hanno dato un’occhiata e seguito per ore le partite!
Bryan: Esatto, c’erano quasi un migliaio di posti a sedere, e di sicuro saremo arrivati almeno a 1500 persone contando anche tutti quelli rimasti in piedi. Appena iniziato CoD mi sono subito rilassato vedendo la gente rimanere e tifare. Sabato poi Overwatch (il mio gioco preferito) ha visto tanta partecipazione e davvero tanta pazienza ad parte del pubblico durante i problemi tecnici che purtroppo è sempre difficile eradicare. Le community sono molto legate all’evento live e sono sicuro che in breve avremo una considerazione diversa anche da parte delle persone che non giocano i titoli esport. C’è ancora parecchia strada da fare: nella diretta streaming di RedBull Factions abbiamo raggiunto 120 mila visualizzazioni, molti dei commenti erano positivi ma tra i tanti non sono mancati quelli che screditavano con frasi come “ma andate a lavorare”. Tutte cose a cui siamo abituati in Italia e che la maggior parte delle volte vengono da nostri coetanei che dovrebbero essere i primi a supportare le innovazioni. Sono sicuro che anche queste persone capiranno che si tratta di sport e intrattenimento a tutti gli effetti.
TGMesports: Di sicuro il tempo aiuterà. Sono problemi che affliggono spesso il mondo dello spettacolo ma tutto sembra andare nella direzione giusta. Ma com’è stato poi salire sul palco nelle vesti di giocatore? Hai fatto anche un’ottima impressione, ben pochi si sarebbero aspettati una performance così da un presentatore!
Bryan: È stata una bella sorpresa anche per me giocare così bene. Sono abituato a giocare su un PC abbastanza vecchio, con un monitor a 60 hz. Avere una macchina con 144hz, una ottima scheda video mi ha dato quello sprint in più, è stato come indossare l’armatura di Iron Man in quel momento! Ho giocato bene (e preso persino la Play of The Game! nda), mi sono divertito, ed è stata un’emozione allucinante. Forse è stata anche la cosa migliore mi sia capitata nei 3 giorni da presentatore nell’Arena. A una cosa tengo particolarmente, il fatto di essere uno speaker radiofonico di una radio nazionale come 105, e il fatto di amare l’esport, ed essere anche un ragazzo dinamico, mostra come le passioni non siano esclusive. Non sono lo stereotipo del nerd brufoloso, sfigato e che non sa parlare con le persone. Mi sono divertito a dare un buon messaggio alle generazioni future: si possono amare i videogiochi senza essere lo sfigato che viene spesso dipinto dalla società. Il videogioco è per tutti.
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TGMesports: Ora che hai fatto il botto alla fiera, cosa pensi riservi il tuo futuro? Hai qualche progetto che puoi rivelarci?
Bryan: Il mio sogno è quello che un giorno ci sia una nazionale di gente dello spettacolo di videogiochi e si facciano tornei simili a quelli della nazionale cantanti di calcio. Ovviamente non è qualcosa di semplice ma mi piacerebbe tanto. Competere è sempre emozionante, è un peccato ora mi manchi il tempo per poterlo fare seriamente.
Per quanto riguarda i progetti futuri, mi piacerebbe davvero tornare a presentare. Per ora non ho niente di concreto sul piatto, ma se la community mi ha accettato ed è piaciuto il mio lavoro e la mia faccia sono disponibilissimo a tornare in qualsiasi evento futuro. Sono sempre in prima fila per sostenere l’esport, se non da giocatore almeno come presentatore.
TGMesports: Se avessi il tempo per giocare, su quale gioco ti tufferesti?
Bryan: Adesso sceglierei Overwatch, anche se non escluderei un ritorno su Counter Strike. Mi piacerebbe avere un team con una certa serietà, come quelli di 10 anni fa. Di sicuro sceglierei questi due FPS. non sono un amante dei MOBA. Mi auguro che vada sempre meglio! Un grande supporto della community è Herc, Alberto Pahle, che è veramente il volto di Overwatch Italia. Ci crede tanto ed il suo entusiasmo è così tanto contagioso che ci crediamo anche noi.
TGMesports: L’Arena è stata il primo grande passo in Italia e ci sarà ancora davvero tanta strada da fare. Guardando avanti cosa suggeriresti agli organizzatori?
Bryan: Per quanto riguarda l’evento in sé sono sicuro possa crescere a prescindere a livello tecnico. Personalmente, probabilmente snellirei gli eventi mettendo solo le Grand Final sul palco e trasformando un po’ il format in una sorta di varietà esportivo. Penso che aiuterebbe mettere diversi spettacoli a fare da intervallo alle varie competizioni. Secondo me sarebbe anche un ottimo incentivo per i giocatori. Anche il solo salire sul palco è una grande soddisfazione per le squadre e aumenterebbe la voglia di competizione. Penso sia necessario comunque potenziare l’infrastruttura alla base e servirà quindi una buona dose di soldini. Servirebbero più eventi durante l’anno che facciano da antipasto alle gigantesche arene delle finali.
Per quanto riguarda lo show, dovrebbe probabilmente tentare di avvicinarsi di più alle persone che l’esport non lo capiscono. Ovviamenente ho suggerito il varietà perché è vicino al mio modo di essere, e quindi essendo una sorta di mattatore è il modo in cui penso di poter potenziare lo spettacolo.
TGMesports: Il pubblico sarebbe pronto a questo nuovo tipo di prodotto?
Bryan: Secondo me si, il varietà è già conosciuto. Sarebbe difficile avvicinare il 60enne a guardare League of Legends. Quando guardi una partita di calcio già conosci il gioco e le sue regole. Provassimo a farla vedere ad un marziano non capirebbe assolutamente nulla, per noi ormai alcune cose sono banali perché sono entrate nella nostra immaginazione collettiva e cultura. La varieta nei videogiochi è tanta, ma molto di quello che impari su un titolo lo puoi usare per capire meglio anche quelli che non conosci. Bisognerà educare le persone a guardare un evento del genere. All’inizio non riuscivo a capire nulla di LoL, ma una volta raggiunte le finali del torneo ho iniziato anche io a gasarmi, anche grazie ad amici che hanno spiegato cosa succede.
TGMesports: Serve tenere un po’ la mano a chi guarda dunque?
Bryan: Esatto. L’idea del caster tecnico a cui si affianca qualcuno molto più vicino al livello della persona comune che non conosce è probabilmente quella giusta per far capire a tutti quello che succede.
Voglio comunque fare una menzione d’onore a PG Esports, se non fossero stati dei folli e dei visionari progetti come l’Arena non sarebbero mai esistiti, così come tutto quello che hanno creato e stanno creando in Italia. Ci vuole sempre un po’ di follia per andare avanti, e non è sempre detto che i soldi di per sé garantiscano eventi decenti. Loro ci sono riusciti. Stanno raffinandosi così tanto che penso nel giro di 2 anni sarà una macchina perfetta! Sperieamo che tutti quelli che si occupano di videogame – non solo PG Esports ma anche ESL, etc. – continuino su questa strada per far crescere l’esport.