E così la prima settimana di lavoro a TGM esports è terminata. Volata.
In questi giorni ho diviso il mio tempo in effettivo lavoro redazionale e in cercare di spiegare alla maggior parte dei parenti quello che faccio. Eh sì, perché dire “scrivo per un sito di esport” mica è una cosa semplice, che puoi buttar lì a caso senza aspettarti delle conseguenze. Innanzitutto non puoi parlare direttamente di esport, quindi ti tocca trovare dei diversivi, come il classico quanto terribile “competizioni professionistiche di videogame”. Ed è a questo punto che scattano le domande di rito:
«Ma come, sport quella perdita di tempo da ragazzini?» «Non perdono tempo, è il loro lavoro. Si allenano tanto e vengono pagati perché sono i più bravi al mondo.»
«Ma non hanno una vita sociale? E la ragazza?» «Ma certo che ce l’hanno! Come tutti, no? Molti hanno la fidanzata, alcuni addirittura una moglie. E poi faresti mai una domanda simile a un atleta agonista di qualsiasi sport classico?»
«Ma non creano dipendenza? Ho visto i servizi alla TV!» «Ma no che non lo fanno… e poi esistono gli psicologi di squadra e…»
«E l’olio di palma ce l’hanno?» «…»
Come avrete potuto intuire è stata una settimana senz’altro faticosa, ma anche piacevole sotto altri punti di vista. Data la scarsa e infame pubblicità che i media tradizionali fanno a questo argomento, finalmente ho la possibilità e i mezzi adeguati per raccontare la mia, anzi, la nostra versione dei fatti. Perché per tutti noi di TGM esports il nuovo sito è anche questo. Rappresenta la sfida di creare contenuti interessanti per gli appassionati ma, allo stesso tempo, di spiegare gli sport elettronici a chi di videogame proprio non ne vuole sentir parlare “seriamente”. Io e i miei colleghi vorremmo provare a rivolgerci a tutti, anche a chi non ha mai assaporato l’attimo di gloria dopo una Pentakill o, al contrario, quei secondi di sdegno e sottile fastidio dopo un “LOL noob! Get rekt!”.
Vogliamo farlo per mostrare loro che gli esport non sono quel demone che inghiotte le nuove (e vecchie) generazioni in un buco nero di isolamento sociale, cancellando in loro la voglia di “vita reale” per rifugiarsi in colorati pixel di incantesimi, mostri e armi sproporzionate. Vorremmo poter regalare le nostre esperienze, raccontare perché, per noi, un torneo di videogiochi sia come una partita di calcio. E forse anche meglio, in alcune circostanze.
Ci piacerebbe farlo non solo raccontando le prodezze dei singoli giocatori e dei team, ma anche da un punto di vista personale.
Perché assistere ad uno di questi grandi eventi ti fa capire quanto la passione accomuni tutti, e tutto. Nonostante dietro lo schermo spesso e volentieri ci siano dei bulletti maleducati, ai tornei alla fine si incontrano solo persone sorridenti ed emozionate proprio come lo sei tu, grandi e piccine.
Ve lo dice una che ci è stata per davvero. Una che, 3 anni fa, è partita per vedere l’ultima settimana della stagione della League of Legends Championship Series europea a Colonia. Una che, da fiera sostenitrice dei Gambit Gaming nella loro formazione originale (gli ex M5 ndr), ha assistito live al loro declino inesorabile in compagnia di due tifosissimi dei Fnatic (cosa non si fa per passione e per gli amici!). Perché durante quei giorni non c’erano davvero tifoserie sugli spalti, ma semplici amanti del gioco. Perché quando ‘Alex Ich’ con riflessi disumani ha flashato la combo di Heimerdinger nascosto nei cespugli, salvandosi la pelle con pochi HP rimasti, tutto lo studio ha urlato “OOOOHHH” ed è espolso in un applauso fragoroso. Senza cori di scherno, senza buuu, senza striscioni razzisti, senza risse.
È stato bello davvero, ve lo assicuro, anche se poi i Gambit sono arrivati a stento ai playoff e i Fnatic hanno poi stravinto il campionato (per la gioia dei miei compagni di viaggio).
Ecco, questo è quello che vorrei e che vorremmo portare a voi tutti con TGM esports. L’amore per le proprie passioni ed esempi positivi in tempi così difficili, dove chiunque è pronto a sparare una cattiveria gratuita al prossimo. Per questo dopo pranzo mi rimetterò felicemente a lavoro, davanti al PC, con un occhio a Reddit e uno a Twitter, con un orecchio verso Twitch e l’altro verso Datza che esclama «C’è un altro torneo oggi? E io quando ne dovrei parlare?».
Un grazie sincero, l’ennesimo, alla super squadra di The Games Machine per aver creduto in noi e con noi in questo progetto. E perché no, anche alle persone curiose con le domande strane.
*Per tutti i curiosi questo è il video della grande azione di Alex Ich (minuto 30:10).