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Speciale Hearthstone: un ultimo addio a One Night in Karazhan

Dopo aver parlato di cosa perderemo da Whispers of the Old Gods, passiamo al nostro secondo articolo dedicato agli ultimi addii. Questa volta analizzeremo quali carte competitive perderemo con il passaggio al Formato Wild dell’ultima avventura di Hearthstone, One Night in Karazhan.

Druid

  

Due carte utilizzate inizialmente, ma abbandonate subito poiché troppo lente, sono Menagerie Warden e Moonglade Portal. Enchanted Raven, invece, ha continuato a far sopravvivere l’archetipo dell’Aggro Druid fino al nerf di Patches the Pirate.

Hunter

  

La carta che è sopravvissuta più a lungo nell’Hunter è sicuramente Cat Trick. Senza dubbi il suo Secret più forte, utilizzato inizialmente assieme alla Cloacked Huntress in un mazzo orientato proprio ai Secret e poi migrato al nuovo archetipo dello Spell Hunter.
Kindly Grandmother ha permesso un’ottima sopravvivenza del Mid/Aggro Hunter, confermandosi un ottimo servitore da 2 mana grazie anche alla sua appartenenza alle Beast.

Mage

  

Babbling Book è stata la carta che ha fornito un ingente contributo alla vittoria del campione del mondo del 2016, Pavel. Attualmente ha perso utilizzo, tant’è che persino il Quest Mage lo inserisce solo in alcune liste.

Firelands Portal è senz’altro il portale più potente, capace di apportare una gran variazione a nostro favore nel tempo della partita. Assieme a quest’ultimo, viene utilizzato – soprattutto recentemente nel Secret Mage – Medivh’s Valet, un’altra carta varia-tempo se si riesce a giocarla con un Secret dalla propria parte.

Paladin

Il Paladin è come se non perdesse niente da One Night in Karazhan. In passato, Ivory Knight ha avuto un discreto utilizzo nei mazzi Control, capace di fare Discover di un terzo Anyfin Can Happen nel mazzo OTK Murloc.

Priest

 

Diciamo addio alla carta che rappresenta il campione del mondo 2015, Ostkaka. Priest of the Feast, con il suo cheesecake da campione del mondo, è stata una carta che ha causato veri e propri incubi ai mazzi aggro, giocata sia nei Control che nei Combo Priest.

In quest’ultimo archetipo abbiamo visto comparire anche Purify, forse una delle carte più discusse di Hearthstone per il suo difficile utilizzo, ma il Team 5 ha voluto prendersi una piccola rivincita e riuscendo a farla giocare nel Silence Combo Priest.

Rogue

 

Il Rogue perde un ottimo elemento di divertimento con la rotazione di One Night in Karazhan. Ethereal Peddler ha sempre contribuito alla creazione di mazzi divertenti, casuali e anche competitivi (se si ricevevano le carte giuste!).
Una carta che ha fatto compagnia al Peddler, ma che ha subito trovato spazio anche in mazzi estremamente competitivi, è Swashburglar. Grazie al suo buon utilizzo a inizio partita, il suo Battlecry che lo ricicla e la sua appartenenza alla tribù dei Pirate.

Shaman

 

Anche se si era già detto addio da un pezzo a questa carta, è bene ricordarla perché ha inciso molto sull’archetipo dell’Aggro Shaman. Sto parlando di Spirit Claw: inizialmente con un costo di 1 mana, se affiancata ad un Wrath of Air Totem, si dimostrava una Fiery War Axe ancora più forte del pre-nerf.

Maelstorm Portal è stata un’ottima AOE per ogni tipo di Shaman, tanto da oscurare Lighting Storm.

Warlock

 

Due carte che molti giocatori hanno trovato irritanti – soprattutto se giocate in coppia – sono Silverware Golem e Malchezaar’s Imp, un mix letale che ha dato il via al Discard Zoo Warlock.
La prima ha perso utilizzo nell’ultimo periodo poiché sono stati introdotti molti demoni. L’imp, invece, ha continuato a dimostrarsi utile nello Zoo Warlock grazie a Soulfire e Doomguard, troppo forti per non essere giocate.

Warrior

Fool’s Bane è l’unica carta che è stata usata nelle ultime fasi del Control Warrior, ma che poi ha perso totalmente il suo utilizzo.

Leggendarie Neutre

  

The Curator è stata una carta che si vedeva sostituita al buon vecchio Ancient of Lore pre-nerf e che ha fatto un buon lavoro con il giusto mix. Nell’ultimo periodo ha perso utilizzo, ma ha fatto sicuramente il suo all’epoca.

Medivh, the Guardian ha avuto alti e bassi in utilizzo, ma è sempre stata un’ottima carta dal punto di vista dell’apporto di valore in mazzi, che riuscivano a sopravvivere nei turni oltre il 10.

Ultimo, ma non ultimo, troviamo la leggendaria più odiata dell’avventura: Barnes. Il suo Battlecry, soprattutto nel Big Priest e Spell Hunter, se pescato entro il turno 4 (o turno 3 con Coin) aumentava in maniera spaventosa la percentuale di vittoria del mazzo.

Epiche Neutre

Arcane Giant è stata usata in molti mazzi, ma forse i più famosi sono stati Malygos Druid e Miracle Rogue. Forse il gigante più utilizzato al di fuori del set Classico grazie alla possibilità di poter manipolare il suo costo molto più facilmente e velocemente rispetto ad altri.

Rare Neutre

Book Wyrm è un’altra carta che ha avuto alti e bassi nel proprio utilizzo, ma che ha sempre trovato uno spazietto utile sia nel vecchio Dragon Tempo Warrior che nel vecchio e nuovo Dragon Priest.
Specialmente nell’ultimo Combo Priest si trova decisamente a suo agio grazie alla sua buona Salute che gli permette di svilupparsi in un meta infestato da AOE.

Comuni Neutre

Un altro enorme supporto agli archetipi di Dragon Priest è la Netherspite Historian, inflazionata soprattutto in quest’ultimo periodo e capace di provvedere altri Drakonid Operative o Duskbreaker (di cui non se ne ha mai abbastanza).

Così si conclude questo secondo capitolo di addio. Spero di non avervi fatto piangere e/o esultare troppo ricordandovi le carte che effettueranno la rotazione.

Altre info su Andrea Capone

Appassionato sin da piccolo di videogiochi e giochi di carte, si ritrova ora a scrivere di videogiochi di carte! I giochi di riflessione sono la sua passione e vorrebbe crearne uno in futuro!

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