Le vicende riguardanti casi di cheating rappresentano gran parte delle vicende attorno i casi di doping nel mondo Esports.
Le pratiche illecite a livello informatico sono una delle piaghe che maggiormente attanagliano il mondo delle competizioni videoludiche.
Talvolta, purtroppo, a salire agli onori della cronaca è una seconda tipologia di doping, quella che si assiste anche nel mondo sportivo.
L’assunzione di medicinali o sostanze per migliorare le proprie performance sono una pratica che torna alla ribalta quando un player famoso ammette tale assunzione.
L’utilizzo di sostanze come l’Adderall è stato reso pubblico a partire dal 2015 con i casi che hanno colpito la scena di CS:GO.
Una casistica che, in queste ore, si arricchisce delle dichiarazioni da parte di un campione del mondo di Call of Duty.
Ho vinto un mondiale ma non mi sentivo bene
Cuyler “Huke” Garland, attualmente nei L.A Thieves, nel 2020 militava nei Dallas Empire, divenuti campioni della prima edizione delle CoD League.
In un video confessione rilasciato su Youtube, Huke ha confessato l’utilizzo di tale sostanza durante le fasi conclusive del campionato.
Tale attività è stata effettuata a causa delle pressioni ricevute sia da ex compagni di squadra che da elementi esterni.
Elementi che spiega come anche nuovi arrivati alla corte degli Empire si sono avvicinati all’uso di tale sostanza.
Un percorso turbolento che il giocatore losangelino a deciso di chiuderlo dopo la vittoria del mondiale.
“Ho vinto il mondiale ma non mi sentivo al meglio, ho iniziato a svolgere attività alternative come meditare o mangiare sano.
Un cambio di mentalità e comportamento che ai miei compagni di squadra non è passato inosservato.“
Una riabilitazione pagata a caro prezzo dal giocatore olandese specie nelle prestazioni della stagione in corso.
Le pessime performance nella Home Series 1 ha portato lo staff tecnico a mandarlo in panchina.
Una situazione, collegata anche al clima pesante che si percepiva in Texas, ha portato Huke ad accettare l’offerta dei Thieves.