In un’intervista a Reuters, il direttore esecutivo del Canale Olimpico Yiannis Exarchos si è nuovamente espresso in merito all’argomento sport elettronici.
Il Canale Olimpico è la piattaforma digitale lanciata subito dopo i giochi di Rio de Janeiro del 2016, con un budget stratosferico di 450 milioni di dollari. Creato dal Comitato Olimpico Internazionale, ha lo scopo di mantenere alto l’interesse per i giochi e raggiungere un pubblico giovane attraverso la piattaforma digitale. Secondo Exarchos, oltre l’85 percento dei followers del Canale Olimpico sono sotto i 35 anni di età, 10 anni più giovani dello spettatore medio dei giochi olimpici.
«Come piattaforma digitale giovanile, non possiamo ignorare il fenomeno degli esport» si legge nell’articolo. «Vorremmo esplorare il settore più approfonditamente, a conclusione dei Giochi.»
La spinta decisiva è stata data da Intel. Il Comitato Olimpico Internazionale ha messo per la prima volta piede personalmente nel settore grazie all’IEM di PyeongChang. Il torneo di StarCraft II organizzato poco prima dell’inizio delle Olimpiadi Invernali ha riscosso un grande successo ed è stato una sorta di test per un’eventuale riconoscimento futuro come disciplina olimpica.
Un occhio al futuro
Purtroppo il rapporto tra olimpiadi e videogiochi non è tutto rose e fiori. Secondo il direttore esecutivo l’esport ha ancora importanti passi in avanti da compiere.
Preoccupa il forte sbilanciamento di genere (secondo alcune stime solo 15 % dei giocatori competitivi è un esponente del gentil sesso). Il carattere “violento” di alcuni titoli videoludici, piuttosto lontano dallo spirito pacifista dei giochi, è anch’esso fonte di apprensione nel Comitato Olimpico. A far storcere un po’ il naso, infine, il fatto che secondo molti l’esport incoraggi uno stile di vita sedentario.
«Non credo che nessuno di questi tre limiti attuali non sia indirizzabile», ha affermato Yiannis Exarchos. «Credo che sia un movimento che è emerso dal nulla senza necessariamente indicazioni chiare. Tuttavia, queste cose possono essere affrontate in modo che gli esport possano diventare più comodamente parte della famiglia olimpica, sicuramente parte del canale olimpico.»
L’intervista integrale su Reuters è consultabile attraverso questo link.