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Il pensiero di un Last Caller: Sintolol tira le somme sulla qualificazione al Mondiale

Vi siete mai chiesti di quanto impegno, tempo e dedizione abbia bisogno un professionista di Hearthstone che vuole partecipare ai mondiali?
Il giocatore tedesco Sintolol tira le somme dopo esser riuscito ad avere l’accesso ai World Championship 2017 tramite Last Call e dice la sua sul suo anno attraverso un suo post.

“Quest’anno sapevo che vincere il Last Call sarebbe stata davvero dura”

Sintolol si era già classificato l’anno scorso nello stesso identico modo, ma con il nuovo sistema a punti introdotto alla fine dell’ultima stagione sapeva che questa volta sarebbe stato molto più difficile, poiché avrebbe dovuto raggiungere ben 3 obiettivi ogni mese:

Sintolol

A) Finire nei primi 25 del grado leggenda

Tradotto: giocare su due o anche tre server fino a fine mese e cercare di mantenere un grado alto fino all’ultimo.

Gli ultimi giorni della stagione, spiega Sintolol, consistevano nel giocare anche 20 ore al giorno ad Hearthstone dove miglioravi e mantenevi i gradi in classifica fino allo scoccare della mezzanotte.

B) Vincere un torneo Open

Anche questo obiettivo richiedeva la partecipazione a tornei in tutti e tre i server – anche dai 2 ai 4 al giorno – e, di conseguenza, anche tanto tempo a disposizione.

C) Partecipare ai Major

Grossi tornei come i DreamHack sono una miniera di punti per chi, come Sintolol, sogna il mondiale. Oltre a richiedere tutto l’impegno dei due punti precedenti, tuttavia, necessita anche delle risorse economiche che permettano spostamenti su tutto il territorio europeo.

Il giocatore tedesco conclude mostrando i suoi incredibili risultati durante quest’anno. Per lui, nonostante questo sistema a punti si sia trasformato in un vero e proprio lavoro a tempo pieno, molto stressante, il duro lavoro è stato ripagato dall’enorme soddisfazione provata nell’aver raggiunto l’obiettivo Last Call assieme all’americano Muzzy e Tom60229 di Taiwan.

Ne valeva la pena?

A giudicare dal post di Sintolol, sembrerebbe di sì. Molti dei suoi colleghi tuttavia si sono lamentati di questo sistema che premia di più i cosiddetti “grinder” (chi persiste e non chi è bravo) e che richiede un ammontare incredibile di ore che non tutti hanno a disposizione.

A voi quindi la domanda finale: è giusto rendere l’accesso ai mondiali un traguardo raggiungibile solo da chi può impiegare determinate risorse economiche e di tempo in un gioco online?

Altre info su Andrea Capone

Appassionato sin da piccolo di videogiochi e giochi di carte, si ritrova ora a scrivere di videogiochi di carte! I giochi di riflessione sono la sua passione e vorrebbe crearne uno in futuro!

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