Il 2020, come giù detto e visto in sedi differenti, ha visto il boom degli Esports come fenomeno mondiale.
Complice la pandemia e il periodo di lockdown che ha investito il Mondo, ha portato ad una crescita esponenziale dell’universo esportivo.
Una situazione che trova ulteriore conferma dalle ricerche condotte dai vari istituti ed associazioni nazionali.
Ultima di queste dall’indagine condotta dall’Istituto dei Sviluppatori di Videogiocatori Europeo (ISVE) e la tedesca Game.
L’indagine è stata condotta su un campione di 12000 interviste realizzato in otto nazioni europee tra cui l’Italia.
Tra i risultati ottenuti in questa ricerca, si evince come la Spagna sia la nazione in cui l’argomento Esports trova terreno fertile.
Il 62% degli intervistati spagnoli conosce il termine Esports con il 55% di essi che ha visto almeno una competizione videoludica.
Risultato importante che colloca la Spagna come carrozza trainante in Europa davanti a Germania e Italia.
A conferma di tale situazione anche i dati relativi all’acquisto di biglietti o merchandising legata ad eventi e team esportivi.
Il 30% ha acquisito più volte materiale proveniente da team o eventi e di questi il 17% ha comprato tali oggetti per parenti o affini.
Una cifra che va a pari passo con l’andazzo che è stato registrato per l’Italia, considerato il secondo paese con un alto grado di spettatori interessati.
Sorrisi nelle difficoltà
L’indagine mostra un quadro spagnolo legato al mondo del competizioni videoludiche molto solido, come confermato da Sergi Mesonero.
Intervistato dal portale venezuelano “Diario de Los Andes” l’ex vicepresidente della Liga Virtual Professional, ora memebro direttivo dell’ISVE, certifica come la Spagna sia una vera Mecca per l’Esports europeo,
“La Spagna ha il 13° posto mondiale a livello di PIL ma il decimo per quando riguarda il gaming.
Ciò dovuto ancora a una minore burocrazia che permette a giocatori e team di avere un elevato grado di professionalizzazione rispetto ad altre nazioni.”
Un contesto che, purtroppo, fa a pugni con l’andamento difficoltoso in ambito economico di tali formazioni.
L’emergenza sanitaria ha ridotto bruscamente le possibilità d’entrate monetarie dovuto, principalmente, al non realizzare eventi offline.
Una consapevolezza vista anche nei dati di questa indagine dove il 21% degli intervistati ha abbassato le proprie aspettative su un possibile aumento dei ricavi.
“Certo, gli eventi non si sono fermati dove la maggior parte di essi sono diventati “online.
Alcuni hanno subito cancellazioni e ciò non è una buona notizia“,conclude Mesonero,