Cinque tornei, un montepremi da un milione di euro e una finale nella suggestiva cornice dell’isola di Capri. Tutto bello sulla carta, ma si tratta solo di una brutta pagina, forse la più brutta che la scena esportiva italiana abbia visto. Stiamo parlando della World Esports League o semplicemente WEL.
Tutto ha inizio l’11 dicembre 2018 a Roma presso il Link Campus University dove si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di tale manifestazione. Una rassegna che vedeva il patrocinio d’istituzioni politiche come i Comuni di Castellamare di Stabia (NA) e Capri (NA).
Il montepremi milionario, record assoluto per una manifestazione nazionale, è stato l’elemento sul quale i media, del settore o meno, si sono focalizzati e quello che ha reso il WEL come ” il più grande torneo mai realizzato in Italia nel mondo degli Esports” a detta di Fabiano Taliani, CEO della World Esports League.
Cinque i titoli della rassegna: Tekken 7, FIFA 19, Assetto Corsa, Brawl Stars e Clash Royale.
Con una campagna mediatica portata avanti con l’ausilio di testimonial d’eccezione come Mauro Sarmiento (Bronzo nel Taekwondo alle olimpiadi di Londra 2012), tutto era pronto per dare inizio allo show.
Linizio della fine
Le prime crepe che diventano voragini all’interno della World Esports League iniziano a mostrarsi al momento dell’apertura delle registrazioni.
In primis si è passati dal fantomatico milionea 250.000 € di montepremo, cifra minore ma pur sempre importante rispetto a quando venva erogato nelle principali competizioni di tali titoli.
In secondo luogo la quota d’iscrizione la quale, seppur irrisoria, prevedeva il tesseramento alla CSI (Centro Sportivo Italiano), organo fino a quel momento totalmente estraneo a tale mondo e talvolta in contrasto.
Ma la scintilla principale che ha fatto scatenare le ire degli iscritti si trovava nelle maglie di un regolamento confusionario.
Il torneo il Tekken 7, per esempio, inizialmente prevedeva l’assurdo divieto assoluto dell’uso degli arcade stick, strumento cardine di un giocatore di picchiaduro. Le proteste arrivarono fino agli organizzatori che, grazie all’ausilio della community, modificarono il tutto.
Una vittoria illusoria visto poi il proseguio della vicenda che ha portato alla distruzione del castello di carta targato WEL.
Rimandato? No, annullato
Il 3 maggio, giorni dopo la conclusione delle qualifiche, il WEL annuncia su Facebook il rinvio delle fasi finali che si dovevano svolgere a Capri allo Stadio Comunale dal 24 al 26 dello stesso mese. La motivazione era quella di garantire la sicurezza della manifestazione in una location che non dava garanzie.
Il rinvio è stato programmato dal 12 al 13 ottobre con cambio di sede, passando dall’isola di Capri a Roma.
Ovviamente la notizia è stata accolto in maniera funesta da parte dei finalisti, i quali avevano sborsato fondi per raggiungere alla location designata.
Ormai le World Esports League avevano perso tutta la credibilità e il silenzio degli organizzatori nei mesi estivi ne hanno distrutto i resti. Mancava solo l’ultimo atto, quello che segnava la conclusione di tale tragedia esportiva, che si è materializzato in queste ore. Finalisti e partecipanti hanno ricevuto un’email dagli organizzatori in cui si annuncia l’annullamento delle WEL e il rimborso della quota versata per l’iscrizione.
L’ultimo respiro di una rassegna nata per diventare un faro della scena competitiva italiana ma che è si è trasformata in un meme di dimensioni bibliche.