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Esports Review – Le tappe più importanti del 2018 degli esport

Il 2018 degli esport sta per concludersi e, con esso, anche il suo carico tornei e competizioni, di vittorie e sconfitte. Cerchiamo di fare un riassunto di ciò che è successo in questo lungo anno, dalle novità più significative fino ai passi avanti nel riconoscimento da parte del mondo sportivo.

Partiamo da uno dei termini più usati: il franchising. Da sempre collegato alle leghe americane sportive più importanti come la NBA o la NFL, il sistema è approdato anche nella scena competitiva videoludica, dalle NA LCS fino alla NBA 2K League, caratterizzando in modo particolare l’universo Blizzard grazie alla neonata Overwatch League.
Dodici team si sono presentati in quello che è diventato il campionato più ricco, con oltre 150 milioni di dollari spalmati tra sponsor e tasse d’iscrizione. La stagione inaugurale della OWL ha registrato picchi d’ascolto oltre i 100.000 utenti ed è approdata anche sul piccolo schermo. Oltre 350 mila persone hanno assistito su ESPN, Disney XD ed ABC alla finale vinta dai London Spitfire sui Philadelphia Fusion.

Il 2018 degli esport è stato anche l’anno di realizzazione del motto “the gap is closing“. Su StarCraft II il finlandese Serral è riuscito a imporsi sulla scuola coreana fino a raggiungere il traguardo più prestigioso: quello della vittoria delle WCS Global Finals. Su League of Legends invece le ultime fasi dei mondiali, organizzati proprio in Corea del Sud, non hanno visto la presenza di squadre di casa. Ben tre formazioni occidentali e una cinese hanno raggiunto le semifinali, fermando la winning streak detenuta dai team LCK per ben cinque anni.
A rappresentare l’LPL in finale di fronte ai Fnatic non sono stati i favoriti Royal Never Give Up. Gli Invictus Gaming, hanno rovesciato qualsiasi pronostico, diventando i nuovi campioni del mondo. La finale dei Worlds 2018 è stato l’evento esports più visto dell’intero anno i suoi 200 milioni di spettatori totali collegati sulle varie piattaforme streaming.

IG 2018 World Championship

Questo è stato infine l’anno di affermazione di parecchie “Cenerentola”, tra cui i Cloud9 di CS:GO e gli OG di Dota 2.
I primi, nel mese di gennaio, sono riusciti a diventare il primo team nordamericano a vincere un torneo Major sconfiggendo i FaZe Clan nella finale della Eleague Major di Boston. Tale impresa è stata portata a termine dinanzi a 7500 spettatori presenti alla Agganis Arena e a oltre 250.000 spettatori sul canale Twitch della manifestazione. Quest’ultimo è diventato così il canale esportivo più visto nel 2018.
I secondi, da autentici underdog della competizione, si sono qualificati al The International 2018 attraverso il torneo europeo e, all’interno della cornice inedita di Vancouver, hanno sbaragliato la concorrenza diventando i nuovi campioni del mondo del MOBA Valve.

Dentro e fuori i confini

Il 2018 degli esport ha continuato il percorso tracciato l’anno precedente riguardo il riconoscimento degli esport come discliplina olimpica.

I segnali d’avvicinamento sono stati molti. L’IEM Pyongchang di StarCraft II è stato il primo evento esportivo collaterale all’interno di una manifestazione olimpica (le Olimpiadi invernali), mentre gli Asian Games 2018 sono stati il ponte per far conoscere l’universo videoludico alla grande massa.

Nonostante le distanza si siano ridotte, il percorso è ancora molto lungo. I primi segni d’apertura da parte del CIO son stai sempre seguiti da dichiarazioni in senso opposto. La ” troppa violenza” di alcuni titoli e la mancanza di una giurisprudenza unica rendono gli esport, alla vista del Comitato Olimpico Internazionale, ancora prematuri.

Il 2018 degli esport per quando riguarda l’universo italiano è stato di lenta crescita rispetto ai primi fuochi d’artificio del precedente. Il dualismo ESL Italia-PG Esports ha contributo non poco in questa fase di sviluppo, con i vari eventi spalmati durante tutto l’anno.
Le due arene presenti alla Milan Games Week, nonché le PG Nationals e le EIC/EVC, sono stati il carburante per un motore ancora lento. La causa è stata, principalmente, la persistente frammentazione del settore. GEC, Itespa e AIESP appaiono ancora molto distanti dal collaborare su un fronte comune, mentre la FITA (Federazione Italiana Taekwondo) ha riconosciuto e sostenuto solamente. La penisola è, dunque, ancora lontana dall’imboccare la strada intrapresa da altri Paesi del continente, come Francia e Russia.

Altre info su Giuseppe Bortone

Nato in terra di lavoro (fiero di essere terraiuolo! ) cresciuto a pane, arcade e i programmi della Gialappa's (e ancora oggi li seguo) Nel corso degli anni una nuova passione è entrata nel suo percorso , la musica russa ( e non chiedete il perchè)

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