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On-Air – Davanti alle telecamere di un evento esport

Anche per il più casual e distratto dei tifosi, quel secondo goal di Del Piero durante Italia-Germania del 2006 è inscindibile dall’iconico «Andiamo a Berlino, Beppe!» di Fabio Caressa, ripetuto a mo’ di mantra fino al fatidico fischio finale dell’arbitro.
I telecronisti sportivi sono da tempo immemore entrati nell’immaginario collettivo come parte integrante (e indispensabile!) di un match. Era inevitabile che, con il passare degli anni, si arrivasse al medesimo risultato anche negli esport.
Tuttavia, non bisogna cadere in un facile tranello. Anche qui, esattamente come nel caso degli sport tradizionali, la professione del commentatore vero e proprio è solamente uno degli ingranaggi che compongono la macchina della diretta.
Vediamo dunque di fare un piccolo viaggio all’interno del mondo dei cosiddetti talent, dalle figure più in vista a quelle meno (ri)conosciute, che stanno davanti alle telecamere del mondo videoludico competitivo.

Due voci, un solo spettacolo

Per un videogiocatore la parola caster si riferisce a quella classe di personaggi che, generalmente, lancia incantesimi e magie. Sulla pagina inglese di Wikipedia la stessa descrive “un dispositivo a ruote generalmente montato su un oggetto più grande che consente un movimento rotatorio relativamente facile dell’oggetto”. Per uno spettatore di esport, invece, il termine va proprio a indicare la figura del telecronista.

La professione del play-by-play caster (letteralmente commentatore azione-per-azione) è stata una delle prime a comparire sulla scena, quando i tornei videoludici hanno compiuto il salto dai LAN party agli stadi.
Il suo compito principale è quello di raccontare in tempo reale, con la propria voce, ciò che accade sullo schermo, aiutando lo spettatore a seguire ogni fase della competizione (anche la più complessa) mettendone in risalto i punti più salienti.
Una lavoro non facile, che può variare dal giorno alla notte a seconda dei generi, ma anche dei singoli giochi. Se pensate che nel mondo dell’esport i giocatori siano gli unici ad aver bisogno di costante allenamento, siete davvero lontani dalla realtà.

Descrivere la giocata di un singolo o un combattimento in team non è comunque il suo unico compito. Il play-by-play caster deve avere una profonda conoscenza degli eventi, delle squadre e dei suoi giocatori. Questo perché spetta a lui creare una narrativa intorno all’evento, il cosiddetto storytelling. Se è piuttosto probabile che il pubblico conosca i campioni in carica, qual è invece la storia degli sfavoriti del torneo? Ci sono delle rivalità tra i giocatori dei vari team? Ecco, questo è il genere di informazioni che un bravo telecronista riesce a fornire durante la diretta, creando una connessione più profonda tra gli spettatori e le squadre.

Non devono infine mancare il carisma e la capacità di coinvolgere e catturare lo spettatore. Si comunicano tensione, eccitazione, gioia e persino delusione, sempre con il giusto equilibrio. Strafare, sgolandosi per le azioni più semplici, non è mai una buona cosa da fare per un professionista.

Alcune personalità sono ormai diventate talmente tanto iconiche da trascinare una grande fetta di pubblico persino su dirette alternative a quelle ufficiali. Un esempio è Aris Bakhtanians: non amante dei viaggi in aereo, commenta spesso da casa propria i tornei di Tekken organizzati fuori dagli USA sul suo Avoiding ThePuddle (consigliando comunque di tenere aperto il canale ufficiale, ndr), raccogliendo attorno a sé migliaia di appassionati del picchiaduro.
Altri ancora hanno fatto del loro lavoro un tratto distintivo talmente preponderante da inserirlo persino nei propri streaming. Avete mai sentito Rivington “RivingtonThe3rd” Bisland fare la cronaca delle proprie ranked mentre gioca a League of Legends?

Attenzione, però. Nonostante la complessità del lavoro, il compito del play-by-play non è mai quello di fornire una analisi profonda di quanto accade sul “campo”. Quella spetta al suo collega: il color caster.

Spesso proveniente in prima persona dal mondo competitivo (come ex giocatore o coach, per esempio), fa proprio ciò che ci si può aspettare dal nome: dà colore al commento play-by-play.
Tutte le informazioni di rifinitura, le aggiunte interessanti e gli specchietti tecnici sono opera sua e permettono al pubblico di capire più nel profondo il significato di certe azioni, oppure di farsi un’idea di quello che potrebbe essere il proseguo di un incontro a lungo termine. È compito di Indiana “Froskurinn” Black, ad esempio, spiegare le tattiche utilizzate dagli RNG contro gli EDG nella finale della stagione primaverile delle LPL. Una bella responsabilità!

La sinergia tra play-by-play e color caster davanti alle telecamere (e non solo) è importantissima per la buona riuscita di una diretta.
Ci sono certe coppie che hanno letteralmente fatto la storia del commento videoludico competitivo, forgiando le generazioni successive di professionisti. Joe Miller e Leigh “Deman” Smith ai tempi di League of Legends o, ancora, l’inseparabile duo “MonteCristo”-“DoA” (passato in blocco dall’emittente coreana OGN alla Overwatch League) sono ormai, nell’immaginario collettivo, alcune delle voci dell’esport per eccellenza.

“Linea al desk!”

Ma cosa succede una volta finito il match? O, ancora, prima che questo cominci? Semplice: la parola (e la scena) passa all’host e ai suoi colleghi.

Anche la figura del “presentatore” è fondamentale quando si ha a che fare con uno show in diretta video. A seconda della grandezza dell’evento, ce ne può essere anche più di uno.
Se lo stage host è letteralmente colui che, dal palco, introduce lo spettacolo e i suoi protagonisti al pubblico, il desk host fa da padrone di casa nel cosiddetto analyst desk (il “tavolo degli esperti”).

Fare una panoramica dell’evento, dei suoi partecipanti e, magari, azzardare anche qualche pronostico è un modo classico di intervallare i momenti di gioco veri e propri. Al fianco dell’host possono esserci veri e propri analisti (gli esperti) e color caster, oppure giocatori e allenatori. A loro spetta il compito di “gestire” le varie parti della trasmissione. Si fa il punto della situazione, si lanciano servizi e interviste o, appunto, si introduce l’incontro successivo.

Anche se non è raro che un talent riesca a ricoprire più di un ruolo nella sua carriera (pensiamo a Jeon Yong Jun, meglio conosciuto nel mondo di LoL semplicemente come “Caster Jun”, commentatore di OGN e presentatore), le varie professioni non andrebbero confuse tra loro. Questo perché ognuna richiede un diverso tipo di conoscenze e di abilità che, solo se incastrate al meglio, riescono a rendere una competizione di esport uno spettacolo piacevole da guardare.

Infine, non bisogna dimenticare un’altra di quelle figure professionali che, nonostante il poco tempo passato effettivamente davanti alle telecamere, rende possibile un dialogo con i giocatori stranieri.
Alcune grandi personalità del mondo videoludico competitivo, specialmente provenienti dalla Sud Corea, hanno iniziato la propria carriera in qualità di interpreti. Lee “JoelSophie” Seung-min, William “Chobra” Cho o Susie “lilsusie” Kim sono solo alcuni esempi di talent che hanno ricoperto il ruolo di traduttori del mondo dell’esport. Grazie al loro prezioso contributo, hanno reso possibili tante memorabili interviste.
Se gli spettatori hanno potuto ascoltare cosa ha provato Lee “Rogue” Byung Ryul a essere incoronato campione del WCS Global Finals 2017, per esempio, è tutto merito dell’host bilingue Sue “Smix” Lee.

Alla pari dei caster, anche il resto dei talent ha saputo regalare tanti momenti più memorabili della storia dell’esport. Alcuni divertenti, come il leggendario «Brutal. Savage. Rekt.» di Paul “Redeye” Chaloner al Frankfurt major 2015 di Dota 2. Altri invece davvero emozionanti, come l’ultima intervista di Eefje “sjokz” Depoortere a Marcus “Dyrus” Hill come giocatore professionista, durante il World Championship 2015 di LoL.
Un segno inequivocabile del fatto che le emozioni, oltre che da chi le “crea”, passano anche da chi ha il compito (e il privilegio) di raccontarle.

Altre info su Erica Mura

Adora i videogiochi perché ama immergersi nelle atmosfere magiche di qualsiasi mondo fantasy - da Lordran a Runeterra, da Atreia alla Sardegna. Dal cibo, sua altra grande passione, ha portato all'interno delle sue esperienze videoludiche la predilezione per il sale.

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