Agosto 2019, la polizia dello Stato della Victoria, Australia, arresta sei giocatori di CS:GO di Melbourne e dintorni con l’accusa di match fixing di alcune partite di un torneo nazionale.
La notizia, rimbalzata nelle varie redazioni internazionali e non, ha riacceso i riflettori su un rapporto spinoso, quello tra esport e scommesse.
Il match fixing è una delle piaghe presenti all’interno dell’universo videoludico competitivo. Basti pensare allo scandalo che ha condotto nel 2015 agli arresti di alcuni giocatori di Starcraft Blood War in Corea del Sud.
La storia australiana, che sembrava essere chiusa con i mandati spiccati lo scorso mese, è in realtà andata avanti. Le indagini condotte dalle autorità hanno mostrato quanta questo fosse solo solo la punta dell’iceberg.
CS:GO e Overwatch sotto investigazione
Il portavoce della Polizia della stato della Victoria, Neil Paterson, ha commentato alla l’emittente locale ABC che il caso di Melbourne non è l’unico: esistono infatti casi di match fixing che coinvolgono molti team australiani.
Le indagini condotte evidenziano anomalie nel flusso di scommesse all’interno di alcuni match di ESEA della stagione 30 e 31. Si parla di cifre attorno ai 30.000$ autraliani (18.500 € al cambio odierno) di potenziale vittoria nello scommettere su un match combinato.
La lente d’ingrandimento degli investigazioni si è focalizzata anche su un team, il cui nome rimane anonimo, che ha partecipato alla prima stagione delle Overwatch Contenders Australia 2019.