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Voci dal ring – Intervista a Peterlaw

Il bello di fare il reporter videoludico è anche il poter girare per l’Italia per assistere di persona a tutti quegli eventi nazionali che, in genere, siamo abituati a guardare da casa attraverso lo schermo del PC. Poter (re)incontrare dal vivo giocatori in grado di competere ai massimi livelli è sempre un’esperienza unica. Nonostante tutti abbiano in comune tanta passione per il gioco e abilità, come gruppo non poteva essere più eterogeneo di così. Ognuno di loro ha raggiunto il massimo livello competitivo a modo suo e ha qualcosa di particolare da insegnare.
Alla Milan Games Week 2018, ho avuto il piacere di ritrovare Pietro Virgilio, in arte Peterlaw. Nonostante si trovasse nel capoluogo lombardo a fare la telecronaca per il match di esibizione di Tekken 7 nella ESL Arena, è riuscito a donarci più di un po’ del suo tempo per concederci una succulenta intervista.

Esport a tutto tondo

TGM esports: Vorrei partire innanzitutto dalla tua esperienza come streamer. Com’è nato il “Peterdojo” [nome non ufficiale del canale Twitch, ndr]?
Peterlaw: Il Peterdojo nasce proprio il giorno in cui nasce Tekken 7. O meglio, il giorno in cui viene rilasciato. Semplicemente perché dopo aver passato due/tre anni su Twitch a guardare altri pro player giocare non soltanto Tekken mi sono detto: “posso produrre un contenuto di qualità sia sotto l’aspetto del gioco sia sotto quello dell’intrattenimento, perché non aprirmi un canale?”. Nasce quindi per divertirmi, condividere e diffondere Tekken il più possibile. Il trucco secondo me è né essere troppo ”coreani” – nel senso fare solo le giocate da pro senza alcuna interazione con il pubblico – e né fare solo il caciarone con la chat senza saper far nulla.
Il mio canale parte con un approccio fondamentalmente didattico perché voglio far avvicinare al gioco più persone possibile e nel mio piccolo mi sembra di riuscirci. Non è una questione di dimostrare quanto si è forti al mondo, ma di mostrare a tutti quanto il gioco sia bello e fare community. Se siete vicini venite a giocare di persona con noi, in caso contrario lo si può fare comunque online o o con le persone che hanno questa passione nella vostra zona. Questo è il Peterdojo: condivisione della passione per l’esport, nella fattispecie Tekken.

TGM esports: Pensi che la tua esperienza come streamer ti abbia aiutato nella tua carriera da caster?
Peterlaw: Non mi ha aiutato, di più. È stato proprio l’impulso iniziale che mi ha portato a dire “Visto che davanti a una telecamera non vai nel panico… Perché non tuffarsi?”. Mi sono davvero sorpreso quando mi sono reso conto che davanti alla camera sto da Dio – interagisco con le persone, scherzo…
L’esperienza quotidiana fatta su  Twitch mi ha portato a essere sempre più confidente, anche se è sempre importante tenere a mente che quando si fa la cronaca di tornei non lo si fa sempre per conto di altri e bisogna comportarsi di conseguenza. Per mia fortuna di eventi ora ne ho fatti tanti, dal Colosseum al TWT dell’anno scorso fino alla MGW, per poi arrivare alla ESL Arena grazie a Simone Trimarchi (persona che io stimo tantissimo).
La mia veste di player-caster si è trasformata a poco a poco in quella di caster-streamer. Nonostante questo non ho mai comunque smesso di giocare e provare a competere perché… è da lì che nasce tutto!

TGM esports: Immagino che ora che sei così impegnato il tempo per far pratica sia diminuito parecchio… Quanto hanno influito tutti i tuoi impegni lavorativi come commentatore e organizzatore sulla tua vita da giocatore?
Peterlaw: Più di quanto potessi immaginare, ma per mia fortuna c’è modo e modo di migliorarsi. Io faccio parte del team HG Esports [ex Hell Gaming, ndr] e sono rimasto a bocca aperta quando ho scoperto che il mio compagno di squadra, nonché giocatore più forte al momento in Italia – Danielmado – non passa tutto il suo tempo a giocare online, o a sfidare le persone in giro. Lo trascorre al telefono a guardare video di pro coreani che giocano, con davanti la console accesa in practice mode per tentare di emularne le mosse. Lui non sta giocando, sta studiando. Grazie a questo mi sono reso conto di una cosa: guardare le giocate degli altri e commentarle mi aiuta. Innanzitutto mi fa capire se qualcosa si possa o meno fare, poi mi permette di ricordare proprio quelle soluzioni per poi ripeterle durante le mie partite. Quando poi ho la fortuna di trovare gente che usa il mio stesso personaggio, lì l’ispirazione è doppia.

TGM esports: Il videogioco sta entrando un po’ in tutti gli aspetti della tua vita. Perché non ci parli anche un po’ dei tuoi nuovi progetti personali?
Peterlaw: Alla base, il mio bisogno di cambiamento è nato da una situazione lavorativa purtroppo non felice, in cui stavo da 5 anni e dalla quale non ricevevo ormai molti stimoli (sono sistemista informatico). Dopo aver perso il lavoro, invece che vederla come una cosa negativa l’ho interpretata come un nuovo inizio. Ho creato un progetto riprendendo dei miei vecchi codici che avevo sotto mano e ho messo sotto etichetta quello che sono e che ho da offrire (il Peterlaw caster-streamer-player etc.).
Ho usato poi tutto questo per enfatizzare la richiesta d’iscrizione a un’accademia del videogioco e ho ottenuto una risposta che superava di gran lunga le mie aspettative: “Ah, ma tu non vuoi fare solo videogiochi, vuoi fare degli esport veri e propri. Interessante… Se vieni da noi ti diamo una borsa di studio”. Da li in poi la Digital Bros Game Academy, che ho iniziato a settembre, è diventata la mia nuova casa/lavoro. Studio per fare il programmatore di videogiochi per diventare uno sviluppatore per gli esport del futuro e creare i campioni del domani. Un’ idea un po’ ambiziosa, certo, ma che mi ha dato quella benzina per andare avanti e fare concreti dei passi avanti nell’esport.
Per farmi strada ora non intendo per forza fare il caster, o competere. Una volta un mio ex collega che stimo tantissimo mi ha detto “Hai un sogno? Bene, creati 20 strade per raggiungerlo e poi non provarle tutte, valuta tra tutte queste quella che più ti piace, più facile, più redditizia…”, ed è proprio quello che farò.

TGM esports: E qual è, nello specifico, questo sogno di Peterlaw?
Peterlaw: Non l’ho mai detto pubblicamente, ma il mio sogno è quello di rendere l’esport e lo sport una cosa sola. Sembra completa fantascienza ma secondo me è possibile grazie a uno strumento come il VR. Per questo studio e mi faccio le giuste competenze, aspettando che la tecnologia arrivi al punto in cui la mia determinata idea di disciplina sia possibile, e possa veramente essere realizzata nel pieno delle sue potenzialità.
Al giorno d’oggi c’è una netta differenza tra atleti esportivi e canonici. Io che sono entrambi (gioco a calcio e Tekken a livello competitivo) mi rendo conto di quanto di buono ci sia in entrambe. Da una parte il movimento e la salute fisica, dall’altro l’intelligenza e la capacità di riflessione. Se riusciremo a fare un esport che premi sia l’esecuzione motoria, sia la capacità di pensiero veloce e razionale creeremo i veri campioni del futuro.

 

 

La nostra ciacchierata con Peterlaw non è terminata. Oltre ad averci raccontato di sé e dei suoi interessantissimi progetti futuri, ci ha parlato un po’ della sua personale visione di Tekken 7 e del TWT. Questa seconda parte ”più tecnica” dell’intervista verrà pubblicata domani, sempre qui sulle pagine di TGM esports.

Altre info su Gian Filippo Saba

Avido giocatore di qualsiasi genere possibile. Alto 1 metro e 80, pesante quanto un ramoscello d'ulivo, è fortemente convinto che la bravura ai videogames sia direttamente collegata al proprio indice di massa corporea. Nonostante ciò pensa ugualmente di esser il Prescelto in virtù di un sogno rivelatore avuto alla tenera età di 6 anni, in cui Crash Bandicoot gli rivelò i segreti del mondo videoludico.

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