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La guerra in Corea potrebbe spegnere i riflettori sull’esport

Una piccola premessa

Prima di iniziare ad addentrarci nel mondo degli esports in relazione al mondo militare dobbiamo necessariamente fare una piccola premessa.
In Corea del Sud – nazione che rappresenterà il nostro soggetto all’interno di tutto il racconto – dalla firma dell’armistizio con la Corea del Nord nel 1953 è in vigore una leva militare obbligatoria per tutti i cittadini dello Stato di sesso maschile.

Un obbligo di legge

Credit to: “persiincorea”

Tutti i cittadini uomini dai 18 ai 35 anni sono obbligati a prendere servizio presso una stazione militare per effettuare il servizio di leva della durata (variabile in base alla forza armata scelta) di minimo 18 mesi.
Il servizio militare in Corea ad oggi, esiste semplicemente perchè la nazione è tuttora formalmente ancora in guerra contro la sua controparte del nord non essendo stato firmato alcun accordo bilaterale di pace ma soltanto un armistizio che nel corso degli anni ha portato alla creazione di una zona demilitarizzata al 38° parallelo Nord.
Il cittadino sudcoreano può decidere di prendere parte al servizio di leva obbligatorio quando meglio ritiene opportuno a patto che rientri nella fascia d’età indicata in precedenza.
Come in tutti i servizi di leva esistono ovviamente delle esenzioni che possono essere di diversi tipi compreso quello fisico, in questo caso i cittadini “riformati” dovranno prendere parte al servizio civile per la stessa durata rispetto al servizio di leva.

Leva militare & esports

Utilizzando, forse impropriamente, l’immagine dello Zio Sam che campeggiava nel 1917 in tutte le strade americane allo scopo di reclutare soldati per la prima guerra mondiale, andremo ora a parlare del difficile rapporto tra la leva militare obbligatoria e il mondo esportivo coreano.
Ormai è evidente che la Corea del Sud sia il motore trainante dell’industria esportiva mondiale, i suoi giocatori sono semplicemente, per distacco, i più forti al mondo in tutti i giochi o quasi, i loro metodi di allenamento sono incredibilmente efficaci e le infrastrutture dedicate al mondo videoludico competitivo sono tra le migliori al mondo.
In poche parole se cercate un “Eden” per quanto riguarda gli esports, la vostra meta è in terra e si chiama:”Corea del Sud“.
Il problema è che come tutti gli Eden, prima o poi qualcuno o qualcosa dovrà mangiare quella maledetta mela ed ecco che per tutti i grandi campioni coreani ha inizio il “purgatorio” del servizio militare.
Nel corso degli anni ho visto partire campioni di indiscusso valore esportivo (ForGG, Bomber, ecc…), 18 mesi e poi si ritorna alla base, ma cosa è rimasto del campione del passato?
Purtroppo troppo spesso questi grandi campioni tornando alla vita di tutti i giorni dopo quasi due anni di inattività non riescono più ad avere gli stessi risultati di un tempo e preferiscono, magari, decidere di ritirarsi o dedicarsi al coaching.

Una guerra in Corea che impatto avrebbe sugli esports?

Usando il condizionale e sperando che nulla di tutto questo diventi realtà andiamo ora a parlare di ciò che potrebbe accadere in Corea del Sud riguardo al mondo videoludico competitivo qualora lo Stato entrasse nuovamente in guerra contro il suo antagonista del Nord.
In caso di Guerra tutti i cittadini di sesso maschile sarebbero chiamati a prestare servizio per un periodo determinato dalle necessità militari, questo significa che qualora l’esercito regolare avesse bisogno di rinforzi, i cittadini saranno chiamati alla difesa della nazione il che ovviamente implicherebbe la partenza di un grandissimo numero di videogiocatori.
Il mondo degli esports che certamente andrebbe in secondo piano, potrebbe addirittura scomparire in Sud Corea.
Il problema è serio, così come la situazione internazionale che si sta sviluppando caratterizzata da una forte tensione in un momento storico molto particolare ma ritengo che non sia un portale che tratta di esports, il luogo adatto per addentrarsi in una analisi più approfondita.

Un messaggio di speranza

Voglio chiudere questo articolo cercando di trasmettere un pensiero di pace che contribuisca a stemperare gli animi.
Vorrei che queste stesse mani chiuse a formare il mondo, il nostro mondo, potessero stringersi ancora nel tentativo di trovare un accordo che scongiuri la guerra e che rilanci l’attività diplomatica nella regione.
Per il bene nostro e di tutti gli appassionati videogiocatori di tutto il mondo.

Presto tantissime novità su TGM esports, continuate a seguirci!

Altre info su Leonardo Vilona

Videogiocatore sin dalla tenera età, ha collaborato con molte realtà nel mondo degli eSports come amministratore e redattore, prima di approdare su The Games Machine Esports. Il suo sogno è quello di diventare giornalista. Il suo obiettivo è quello di dare un'informazione videoludica competitiva a 360°, The Games Machine Esports rappresenta per lui una grande opportunità!

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