I videogiochi possono essere una valvola di sfogo dallo stress accumulato durante una dura giornata lavorativa.
Ci sono casi che possono essere usati anche come forma d’evasione dalla durezza e dalle condizioni di vita come quelle che si vivono in carcere.
Negli ultimi atti, le varie autorità che gestiscono le prigioni, sperimentano varie forme di rieducazione per il reinserimento degli incarcerati nella società odierna.
Esempio del genere ci viene fornito dalle Filippine dove le competizione videoludiche sono riconosciute come sport ufficiale.
Le autorità del penitenziario di Baguio City ha deciso di utilizzare i videogiochi e i tornei per il sopracitato obiettivo.
Per l’occasione si è realizzato un torneo di Dota, la prima versione del titolo Valve, la quale non si richiede una connessione Internet.
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Evento che avuto una cassa di risonanza importante tanto da diventare parte integrante di un progetto a carattere nazionale.
Il caso di Baguio City rappresenta l’ultimo esempio di utilizzo dei videogiochi all’interno dei videogiochi per tali scopi.
Il principio fu nel 2018 quando, il penitenziario di Rikers Island, nello stato di New York, mise in atto un progetto del genere.
I carcerati con un comportamento diligente avevano la possibilità di giocare ai videogames e partecipare ai vari tornei.
NFL Madden e NBA 2K erano i titoli utilizzati dove ai vincitori delle varie competizioni gli venivano riconosciuti alcuni privilegi.