Ieri sera si è tenuta l’interessante prima conferenza stampa del team inFerno, organizzata dal suo Presidente (Francesco “Life” Caforio), dal Manager (Massimiliano “Redde” Rossi) e dal’Head-Coach (Alberto “Harashi” Lo Grasso).
In presenza di una decina di addetti stampa, la multigaming italiana ha presentato il suo piano per il prossimo futuro, un obiettivo chiaro quanto ambizioso: diventare la prima squadra d’Italia su League of Legends, FIFA ed Hearthstone e tirare dritto verso gli eventi internazionali.
Il team inFerno ha dichiarato di aver lavorato in questa precisa direzione nell’arco dell’ultimo periodo attraverso l’acquisizione di nuovi membri e la costruzione di un piano di lavoro a lungo termine. È stata infatti confermata alla stampa:
- La presenza di un nuovo “coaching staff” acquisito in blocco, che ha ridefinito alcune delle gerarchie interne dell’organizzazione.
- Un roster di giocatori selezionati appositamente in base alla loro sinergia piuttosto che sull’elo in soloQ.
- Un piano di allenamenti giornalieri di squadra e la partecipazione ad ogni evento internazionale possibile per far crescere i giocatori in un ambiente diverso dalla soloQ (definito dallo staff come non sempre positivo).
L’esperienza dell’Open Qualifier
Sono personalmente rimasto piacevolmente sorpreso dall’atteggiamento dello staff nei confronti degli addetti stampa. Il team inFerno ha risposto con sincerità e senza tentennamenti alle nostre domande (a volte anche “cattivelle”) e i commenti più interessanti sono saltati fuori quando si è fatta notare la scarsa prestazione della squadra all’ultimo Open Qualifier di League of Legends (i giocatori sono stati eliminati al primo turno ndr).
“Siamo stati molto fortunati, non capita spesso di confrontarsi con squadre da LCS. Sono occasioni che capitano una, massimo due volte, e che vanno sfruttate al massimo.”
Lo staff inFerno si è dimostrato deciso a non imputare la colpa a cause esterne e a non definire l’Open Qualifier una “lotteria”, e questo fa sperare bene sulle intenzioni e sugli obiettivi dell’organizzazione.
Sempre a tal proposito, durante la conferenza stampa sono stati fatti commenti riguardo il resto del panorama italiano. Ho chiesto personalmente cosa ne pensasse l’organizzazione dell’atteggiamento di altre squadre connazionali restie a prendere parte agli eventi internazionali, e mi è stato detto che il concentrarsi esclusivamente nell’ambito italiano sia una scelta che impedisca alle squadre di crescere ed al panorama esportivo italiano di espandersi.
“Queste sono occasioni importanti, e se non siamo in grado di parteciparvi come associazioni esportive cosa proponiamo?”
Questo concetto è stato ribadito più volte e lo staff ha discusso apertamente di come alcune squadre non capiscano l’importanza di calarsi gradualmente nel “mare” rappresentato da questo ambiente, e che altre abbiano sottovalutato, un po’ per incompetenza, l’importanza dei Qualifier (escludendo i team impossibilitati ad iscriversi per limitazioni di elo).
È stata sottolineata inoltre la necessità di essere cinici e di far cambiare atteggiamento ai giocatori: l’obiettivo è quello di passare dall’attitudine del videogiocatore a quella dell’atleta, abituando i ragazzi a sopportare ed affrontare lo stress che questo comporta.
Come detto dallo staff inFerno, non è un problema essere sconfitti, piuttosto un passaggio necessario per raggiungere il prossimo livello e che porta ad un graduale miglioramento. Azzeccatissimo il paragone con i G2 Esports che, dopo qualche prestazione tentennante, sono riusciti quest’anno a giocarsi la finale del Mid Season Invitational contro gli SK Telecom.
Il confronto col panorama italiano
Quando un inviato stampa ha fatto notare quanto il tempo fissato dalla squadra per raggiungere risultati (dai 6 ai 24 mesi) sia lungo e che altri abbiano ottenuto risultati rilevanti in molto meno tempo, la risposta è stata molto decisa: le squadre italiane non hanno raggiunto sostanzialmente alcun risultato notevole.
Con molta sicurezza il coach ha affermato che la squadra di League of Legends è già nella parte alta della top 10 delle migliori squadre italiane, ed ha anche aggiunto che se avessero avuto il tempo e l’esperienza di qualche altro competitore starebbero già a giocarsela con le prime squadre italiane.
Vi lascio con una frase del presidente che mi è piaciuta molto, detta per correggere il collega che ha descritto alcuni giocatori del team come “al momento impegnati a giocare”:
“Preferisco si dica che si stanno allenando, non che stiano giocando.”
Conferenza esaltante e che ha riempito di speranze i presenti. Alla redazione di TGM Esports non resta che augurare un in bocca al lupo al Team inFerno.