Arene piene in cui si partecipa per montepremi stellari, il mondo Esports ormai è diventato un fenomeno su scala mondiale.
I giocatori professionisti iniziano a stipulare contratti di milioni di dollari alla stregua di cestisti della NBA o calciatori più importanti campionati.
Uno sviluppo della professione accompagnata anche da maggiori doveri come, ad esempio, l’essere soggetti ai controlli fiscali.
Nelle ultime settimane, negli Stati Uniti sono aumentati i casi di accertamenti dei vari enti di natura tributaria.
Come segnalato dal Washington Post, l’arrivo del sistema delle franchigie e la crescita dei vari montepremi sono le cause principali degli accertamenti eseguiti dell’Internal Revenue Service.
Una situazione in cui la Costituzione americana fornisce libertà ai vari Stati di tassare i non residenti di un dato territorio
Incredulità e via d’uscita.
Una situazione che lascia increduli i vari giocatori come Sinatraa, ultimo esempio in ordine cronologico.
Il vincitore della Overwatch League 2019 con i San Francisco Shock ha scoperto che ,dopo controlli fiscali, deve pagare in tasse il 55% dell’importo vinto alle League.
getting taxed 55% of grand finals earnings, cool cool 🙂 LETS GO!!!!
— Jay Won (@sinatraa) December 30, 2019
Un quadro che potrebbe allagarsi visto che, con l’arrivo delle franchigie, le indagini potrebbero spostarsi verso gli indirizzi IP dei singoli giocatori.
Dinanzi a questo dilagare, in molti si sono chiesti se esistono condizioni per permettere una riduzione o una sorta di via d’uscita.
Esempio potrebbe essere il gareggiare in quei Stati dove non vi è una legislazione sulle imposte per i non residenti come il Texas o Washington D.C.
Oppure, come sta accadendo in Pennyslvania, creare un regime fiscale agevolato per favorire la crescita e lo sviluppo dell’ecosistema esportivo.