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Quattro chiacchiere con il capitano dei Mkers di CS:GO, Andrea “Omega” Carducci | Intervista

Durante il nostro viaggio alla scoperta delle realtà dell’esport italiano, abbiamo avuto il piacere di parlare con Andrea “Omega” Carducci, membro del neonato team Mkers di Counter-Strike: Global Offensive. Il capitano ci ha guidati in un viaggio alla scoperta della storia di questo roster e della sua carriera, dalla sua nascita alla sua visione riguardo la scena competitiva italiana.

Omega – Crescere nel Bel Paese? Si può

TGMesports: Ciao Andrea, grazie per la disponibilità. Iniziamo a dire che avete trollato tutti, perché fino all’ultimo nessuno sapeva che foste voi il team Mkers! Com’è nata questa operazione sottotraccia?
Omega: Anzitutto grazie a voi per avermi invitato, secondariamente ringrazio a nome di tutto il team gli ExAequo per il lavoro egregio che hanno svolto nel periodo che siamo stati da loro. Durante il periodo ExA avevamo già ricevuto offerte migliori, ma prontamente sono state rispedite al mittente – poiché non si parlava di un VERO salto di qualità e e perché eravamo comunque “in famiglia”. Purtroppo, con la qualifica al Games Week avevamo bisogno di un supporto LAN che loro non potevano offrire e inoltre avevamo bisogno di un nuovo progetto per poter crescere anche a livello professionale.
Per questo mi sono personalmente messo in contatto con Amir per proporci e da li è iniziata una trattativa che ci ha condotti ad entrare nel progetto Mkers.
Il fulcro della trattativa era la segretezza perché volevano che il team fosse annunciato direttamente sul palco di Milano alla MGW. Colgo l’occasione per ringraziare anche tutto il direttivo Mkers per aver creduto in noi. A oggi, a mio parere, sono la realtà più importante in Italia come metodo di lavoro e supporto, non dissimile dagli standard pro-level.

TGMesports: Crescita e supporto… È difficile in Italia trovare un team che li fornisca su CS:GO?
Omega: È quasi impossibile. Ci sono realtà minori… Le buone vecchie “multigaming” – concedimi il termine – fanno del loro meglio ma, non per colpa loro, siamo molto lontani dagli standard internazionali.

TGMesports: La situazione sta migliorando o peggiorando rispetto ad un anno fa?
Omega: Sta migliorando sensibilmente grazie all’ingresso in campo di Mkers e Forge.

TGMesports: A proposito di Forge – visto che siete i giocatori storici di CS:GO in Italia – che rapporti avete con loro?
Omega: Assolutamente amichevoli. Ovviamente c’è una rivalità in game perché uno vuole battere l’altro ma nella realtà siamo amici. In passato molti di noi hanno giocato in team con molti di loro e abbiamo lo scopo comune di far emergere la scena italiana a livello internazionale.

TGMesports: Secondo te, oltre a voi e ai Forge, chi ha le possibilità di provare a competere anche a livello internazionale?
Omega: Ci sono player che hanno tali potenzialità. A livello di skill, ad esempio, ti posso citare “Biohazard”, che ritengo uno dei migliori in Italia. Per competere all’estero però non basta solo la skill, ci vogliono metodo, preparazione e voglia di fare, qualità che al momento non vedo in altri team italiani. Noi, ad esempio, stiamo lavorando sodo per raggiungere tale obiettivo.

TGMesports: Rispetto a Milano avete fatto un cambio di roster. Avete modificato qualcosa nello stile di gioco?
Omega: Il cambio è stato “befree” al posto di “bardOZ”. Con Laerte non abbiamo avuto problemi ma lui ha dovuto accantonare la carriera competitiva per impegni di vario genere. Detto questo, non lo abbiamo certo sostituito con uno scarso, anzi, “befree” sta giocando molto bene e ad esser sincero il nostro gioco è migliorato con il suo arrivo.

TGMesports: Parlando di performace, nell’ESL Italian Championship siete in testa assieme ai Outplayed. L’unico mezzo passo falso è stato contro i Waterdogs, il cui match è finito 1-1. Due punti persi o un punto guadagnato?
Omega: La partita con i Waterdogs si può riassumere semplicemente in due punti: primo, oltre ad essere molto preparati come team, sono stati bravi a recuperare la situazione di svantaggio – poiché eravamo 14-7. Secondo, noi avevamo fretta di chiuderla e ci siamo lasciati sfuggire un 2-0 che era alla nostra portata.
Questo è un problema comune quando si gioca in Italia; c’è una pressione proveniente da più fronti che non dovrebbe esserci e il fattore psicologico incide profondamente e tutto ciò ti pesa, cosa che non succede all’estero perché in ESEA abbiamo avuto un inizio season perfetto.

omega
Classifica della EIC di CS:GO dopo 4 giornate

 

TGMesports: Perché c’è questa pressione quando si gioca contro team italiani?
Omega: Nel mio caso perché ci sono un insieme di fattori che ti fanno distrarre quando giochi contro un team italiano. Le partite, anche se non dovrebbe essere così, io personalmente le “sento” di più e questo non accade quando ci confrontiamo contro squadre straniere.

TGMesports: In che modo vi preparate nell’affrontare un match di ESEA?
Omega: In ESEA non possiamo fare grossi ragionamenti. Essendo match BO1 senza veto con mappe fissate dall’organizzatore e comunicate all’inizio di stagione, il metodo di lavoro è abbastanza prestabilito.
Sapendo giocare bene o male tutte le mappe, ci limitiamo a modificare quello che in allenamento non funziona e ad aggiungere qualcosa per mantenere il gioco nuovo, in modo che i nostri avversari non abbiano troppe informazioni su quello che facciamo. Ogni settimana giochiamo 2 mappe (uguali solitamente) quindi, almeno ad inizio season, ci concentriamo di settimana in settimana su quelle. Molto importante è anche la fase di review delle demo degli avversari, visto che su ESEA sono pubbliche.

TGMesports: La scena di CS:GO italiana è nella fase di sviluppo. In che modo ed entro quando tempo potremmo competere con altre realtà?
Omega: Ti posso dire che non siamo tanto lontani dal raggiungimento di traguardi soddisfacenti in campo estero. Se i team rimangono coesi e non ci sono situazioni di scissioni ti direi che tempo 6 mesi, al massimo un anno, potremo cominciare a raccogliere i frutti del nostro lavoro.
Purtroppo siamo ancora lontani dal punto di vista economico e quello che si sta vedendo adesso, nonostante sia un piccolo inizio, è già oro per la scena.
Il panorama italiano comunque è migliorato incredibilmente nel giro di pochi mesi, grazie all’ingresso di Mkers e Forge. È molto rispetto al nulla cosmico degli scorsi anni. Non ne faccio una colpa alle org, che dovevano fare di necessità virtù, talvolta anche andando oltre alle loro possibilità. Diciamo che la colpa è un po di tutti: da un lato i player, spesso troppo “viziati” e con pretese insensate, dall’altro gli organizer che forse hanno creduto e spinto poco il titolo in Italia.

TGMesports: Cosa manca per fare il salto di qualità a livello organizzativo?
Omega: Secondo me gli eventi. Prendendo ad esempio la scena inglese o quella spagnola, mancano eventi di rilievo – non perché partecipano team internazionali ma perché anche l’estero può parlarne, come ad esempio le ESL Masters Espanà.
Quello che si potrebbe fare è che ai vincitori delle varie ESL, tra cui la nostra EIC, venga assicurato uno slot in ESEA Montain Dew League, dove ti puoi confrontare con team dal Tier 3 al Tier 1 (come ad esempio Virtus,Pro o Space Soldiers). Certo, puoi perdere anche “tanto a poco” con loro, ma la sola possibilità di potersi confrontare con squadre di questo calibro gioverebbe infinitamente alla scena italiana che avrebbe subito un ritorno in visibilità e riconoscimento in campo internazionale.

TGMesports: Che consigli daresti a un giovane che vorrebbe buttarsi nel mondo professionistico di CS:GO?
Omega: Il primo step è dedicargli tanto tempo. Quello che più aiuta è farsi notare partecipando agli eventi; finora tutti i tornei italiani sono stati aperti a tutti e quindi c’è la possibilità per i singoli di farsi notare quantomeno nelle fasi online e nei qualifier.
Un altro punto fondamentale, secondo me, è giocare con amici, perché essere amici viene prima di essere compagni di squadra e giocare in un ambiente “sano” aiuta a performare.
A oggi il problema più grande dei team italiani rimane la facilità con la quale gettano la spugna, arrendendosi alle prime difficoltà e vanificando non solo il loro lavoro ma anche quello degli altri team, visto che poi ci rimette tutta la scena se c’è una situazione di “instabilità”.
Nessuno è nato “pro”, è un percorso che richiede tempo. Sicuramente non è facile e ci vuole una grande quantità d’impegno, determinazione e se vogliamo anche un po’ di fortuna. Le porte però sono aperte a tutti, anzi, nell’ultimo anno sono usciti tanti player giovani e di talento anche grazie al server Discord di Kniferound, dove, fondamentalmente grazie al loro PUGbot, hai la possibilità di farti notare dai player dei maggiori team italiani giocandoci direttamente assieme.

 

Volete saperne di più sui Mkers? Non perdetevi l’intervista a uno dei suoi fondatori: Thomas De Gasperi.

Altre info su Giuseppe Bortone

Nato in terra di lavoro (fiero di essere terraiuolo! ) cresciuto a pane, arcade e i programmi della Gialappa's (e ancora oggi li seguo) Nel corso degli anni una nuova passione è entrata nel suo percorso , la musica russa ( e non chiedete il perchè)

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