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Perché parlare di sponsor? Il messaggio dietro a un press tour | Editoriale

Nel corso di questo anno di attività, noi redattori di TGM esports abbiamo avuto la possibilità e il privilegio di assistere a tanti eventi importanti per il settore italiano. Il press tour del Team Forge organizzato dallo sponsor MSI è stato l’ultimo in ordine di tempo, un nuovo passo in avanti a cui ho avuto personalmente il piacere di assistere.

Dopo aver osservato a distanza sia le community che le organizzazioni crescere e maturare, è stato davvero interessante poter dare un’occhiata ravvicinata dall’altra parte della palizzata. Per la prima volta un team di punta nel panorama italiano ha aperto le proprie porte alla stampa. Facendolo, si è messo a nudo di fronte allo scrutinio di media, anche non interni al settore. Questo ha permesso, finalmente, di avere un dietro le quinte sui giocatori e sulla dirigenza. Personalmente, ho potuto così farmi un’idea molto più precisa dell’intera organizzazione, mettendomi di fronte a una realtà molto più profonda di come la avevo immaginata.

Gioco di squadra

MSI ha avuto un ruolo centrale nell’organizzazione dell’evento e sembra puntare davvero tanto all’organizzazione sarda. Secondo Gianpaolo Catania, il “profumo” del Team Forge è lo stesso delle squadre migliori squadre europee. Il modo in cui i 4G puntano a coltivare i propri talenti ha attratto l’attenzione dell’azienda del drago a tal punto che i fondi destinati ai cagliaritani provengono dalle stesse tasche che finanziano club di punta del panorama mondiale, come Fnatic.

Non si tratta di mettere solo il nostro logo su una maglia. Abbiamo visto in loro la stessa serietà e lo stesso spirito che intendiamo rappresentare nel mondo del gaming.

Tra gli scopi dell’evento c’era quello di fornire ai media, specie quelli non endemici, un background riguardo non solo l’esport ma il settore gaming in generale. Nonostante non fosse necessariamente il focus del discorso, non sono stati pochi i momenti in cui è trasparsa la fiducia che il brand ha riposto sul Team Forge.

sponsor

Alcuni si potrebbero a questo punto chiedere: perché mai parlare di quanto detto da uno sponsor? Non avrà semplicemente tirato acqua al proprio mulino, con viaggi pagati nel sud della Sardegna e gadget lasciati sul comodino dell’hotel? Per avere la risposta a tutte queste domande dobbiamo rivolgere l’attenzione su qualcosa di tanto importante quanto, ahimé, sottovalutato: il dialogo.

Il messaggio più importante

L’esport in Italia, come tutti sappiamo, è ancora agli albori. Ogni singola realtà che si affaccia al nostro piccolo universo merita la nostra piena considerazione. Sebbene all’estero l’importanza del settore sia ormai ovvia anche ai più cocciuti degli oppositori, nel Bel Paese ancora si fatica a prendere il volo. Una complicata serie di fattori, primo fra tutti una diffusa diffidenza nelle iniziative a lungo termine, ha portato a una peculiare situazione di stallo.

Per poter accedere al prossimo livello, però, non basta qualche post sui social o un pugno di email in copia carbone.
Con questa iniziativa, MSI ha fatto un passo in avanti e detto a voce alta “Noi ci siamo, noi ci crediamo”, non solo nel Team Forge, ma in tutto l’ecosistema. In una sola serata, l’azienda è stata capace di mettere finalmente nella stessa stanza squadra e stampa, permettendo alla prima di raccontarsi con sincerità e alla seconda di scrivere con coscienza.

La speranza è che un evento di tale importanza non rimanga una cattedrale nel deserto. Finora, in Italia, ci siamo limitati ad agire come entità separate. Come ingranaggi di un orologio rotto, abbiamo girato a vuoto senza davvero riuscire a portare a termine il nostro scopo. Perché tutto funzioni davvero è necessario che tutti noi – spettatori, team, squadre, organizzatori e anche giornalisti in erba – facciamo la nostra parte, insieme.

Altre info su Gian Filippo Saba

Avido giocatore di qualsiasi genere possibile. Alto 1 metro e 80, pesante quanto un ramoscello d'ulivo, è fortemente convinto che la bravura ai videogames sia direttamente collegata al proprio indice di massa corporea. Nonostante ciò pensa ugualmente di esser il Prescelto in virtù di un sogno rivelatore avuto alla tenera età di 6 anni, in cui Crash Bandicoot gli rivelò i segreti del mondo videoludico.

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