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L’eredita dell’Esports World Cup

L’estate esportiva è stata caratterizzata dalla Esports World Cup, la rassegna che si è disputata in Arabia Saudita, in quel di Riyadh.
Due mesi di competizioni, diciannove titoli presenti ufficialmente più alcuni che hanno presenziato attraverso i Side Event.
Un lunga maratona da un montepremi importanti, pari a 60 milioni di dollari, la cui fetta più grande (7 milioni) è stata conquistata dai Falcons Esports.
Evento che, chiuso il palcoscenico, ha premesso ai vari esperti del settore di tirare le somme e di valutare quale sia l’eredità lasciata ai posteri.
Uno scenario in cui, in linea di massima, sono presenti tanti riflettori accesi anche su questioni annose che affliggono il territorio saudita.

Pubblico tra due poli

Il primo aspetto riguarda l’audience che tale evento ha generato attraverso le varie dirette streaming.
L’analisi condotta da Esports Charts mostra che l’evento è stato apprezzato in termini di numeri massimi ma, come media, risulta molto al di sotto rispetto ad altre competizioni.
500 milioni di spettatori per 250 milioni di trasmissione sulle varie piattaforme, cifre importanti ma, nello specifico di ogni singola competizione, mostrano un quadro differente.
L’esempio lampante è quello di League of Legends, rassegna in cui ha registrato l’affermazione dei T1 sui Top Esports.
Affermazione a cui hanno assistito 1.2 milioni di spettatori che ha rappresentato l’apice di una competitizione che ha maturato una media di 500.000.
Numeri che impallidiscono se messi a confronto con altre rassegne come, ad esempio, le finali delle LCK e LPL, senza scomodare quelle MSI 2024 che hanno rotto la barriera del milione sia in termini di media che di picco massimo.

Andando più nel profondo, si nota come le rassegna saudita, in termini di audience delle varie competizioni, abbia attratto poco o nulla.
Si passa dalla vetta massima di categoria ossia le finali stagionali delle Free Fire World Series al nulla cosmico degli eventi come Starcraft 2 e Street Fighter

L’impatto economico

L’aspetto più importante riguarda quello economico dove le Esports World Cup rappresentato l’inizio di un introito economico dal gettito importante.
Il tutto rientra in quel “Saudi Vision 2030” che, secondo gli analisti, porterà nelle casse del governo saudita oltre 30 miliardi di dollari.
Una cifra astronomica che, tra investimenti nel settore ed organizzazione eventi, voglion far diventare l’Arabia Saudita come la nuova Mecca dell’Esports Internazionale.
Una visione di cui anche il CIO farà la sua parte attraverso la concessione, per dodici anni, dell’organizzazione delle Olympics Esports Games, con prima edizione prevista nel 2025.

Diritti calpestati

Il capitolo più spinoso in questo ambito è legata alla questione dei diritti umani dove anche gli Esports World Cup non sono state esenti di discussione.
Tanti sono stati i cori nonché i vari eventi di boicottaggio da parte di caster e personalità dei vari titoli presenti in rassegna.
In uno scenario che vede lo stato saudita nei bassifondi all’interno delle varie classifiche relative a tale situazione.
Quadro dove tra diritti delle donne, LGBT, e di minoranze etnico/religiose, si aggiunge l’annosa questione della pena di morte.
Strumento che, sino a Luglio 2024, è stato utilizzato ben 106 volte e con altre programmate nei prossimi mesi.
Elementi che cozzano con la visione esportiva basata su elementi per lontani rispetto alla concezione presente in quel di Riyadh.
Ciò potrebbe portare, quando saranno annunciati i titoli che saranno presenti nelle Olympics Esports Games, a rinunce e passi indietro.

Altre info su Giuseppe Bortone

Nato in terra di lavoro (fiero di essere terraiuolo! ) cresciuto a pane, arcade e i programmi della Gialappa's (e ancora oggi li seguo) Nel corso degli anni una nuova passione è entrata nel suo percorso , la musica russa ( e non chiedete il perchè)

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