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Come migliorare l’esport: l’arbitro entra in gioco | Editoriale

La tappa di oggi del nostro viaggio nel mondo dell’esport continua esattamente da dove ci siamo lasciati l’ultima volta. Ora non ci fermeremo a tentare di analizzare la realtà competitiva così come la vediamo. Prenderemo come esempio pratico il più famoso MOBA degli ultimi tempi e proveremo a inserire al suo interno l’arbitro.

Un ambiente difficile

Fra tutte le community dei giochi online quella di League of Legends ha da sempre riscosso una cattiva fama. Il gioco della Riot Games sembra essere, a detta di tutti, popolato esclusivamente da troll arrabbiati. Non possiamo sapere con certezza la percentuale di persone tossiche della community e accertarci quanto sia diffuso il comportamento antisportivo. Tuttavia vogliamo dare per scontato che almeno una parte dei milioni di giocatori attivi ogni giorno abbia l’intenzione quantomeno di annoiare, se non offendere direttamente, chiunque incontri. Nonostante gli arditi sforzi della Riot, non basta promuovere il Fair Play eclusivamente offrendo premi ai giocatori migliori. È necessario prevenire gli episodi antisportivi peggiori. Ed è a questo punto che la figura arbitrale entra in gioco.

Partendo dal basso

Non sempre la comunità è a primo impatto tossica. I problemi più grandi di League traspaiono in larga parte una volta che i giocatori si affacciano alle ranked. È in questa modalità di gioco che qualcosa inizia ad essere messo in ballo: le partite classificate, che siano dinamiche o affrontate in solo/duo, offrono a chiunque voglia confrontarsi con il mondo l’occasione di farlo. Tralasciamo per un attimo l’acceso dibattito sul fatto che queste partite possano esser considerate o meno esport. Sono questi gli ambiti in cui LoL ha più bisogno di un vero arbitro.

Così come nel calcio, la figura arbitrale dovrebbe esser riconosciuta da un ente che entrambe le squadre considerano legittimo. In questo caso, sarebbe bello immaginare la stessa Riot bandire corsi seri per chiunque voglia praticare la nobile arte di farsi dare del cornuto da 10 giocatori simultaneamente (e in svariate lingue!). La figura, a questo livello, svolgerebbe un lavoro simile del classico arbitro di periferia, che presta le proprie abilità politiche per placare gli animi dei giocatori che si fanno prendere troppo dalla foga.

tribunal lol arbitro

Le giuste pene, il giusto profitto

Purtroppo a volte, per invogliare atteggiamenti positivi, sarebbe necessario il pugno di ferro. Il nostro arbitro ideale potrebbe avere dalla sua la possibilità di ridurre la quantità di IP guadagnati nel match. Nei casi più disperati il nostro giudice di gara potrebbe svolgere ruolo simile a quello che ora svolge il tribunale di League of Legends: avere la possibilità di restringere la chat, o di spostare i giocatori facinorosi in queue più lunghe, dove avrebbero la possibilità di sbollire la loro incontenibile rabbia. Il tribunale al contempo non perderebbe le sue funzioni: potrebbe infatti giudicare ora non i giocatori direttamente ma l’operato degli arbitri. Questo avrebbe l’effetto di ridurre il numero di casi da giudicare e, di conseguenza, garantirebbe sentenze più veloci per i giocatori recidivi (indicati dai giudici di gara) o sugli arbitri che abusano il loro potere (indicati dai giocatori stessi a fine incontro).

Ma cosa potrebbe invogliare le persone a fare da arbitro?

La risposta più ovvia sarebbe soldi o, nel caso di League of Legends, un compenso virtuale. A pagare il salario del nostro giudice sportivo potrebbe bastare un quantitativo in RP rilasciati a fine mese in base al numero di partite arbitrate. In aggiunta, si potrebbe implementare una ricompensa speciale per gli arbitri nel nuovo sistema di Honor accennato da Riot Games nel suo più recente Developer Update. In questo modo coloro che vengono riconosciuti come ottimi giudici di gara avrebbero qualcosa di desiderabile da mostrare.

Questione di Elo?

Ai livelli massimi la situazione sarebbe decisamente diversa. Atteggiamenti antisportivi nelle lega maggiore di LoL sono molto rari. I migliori al mondo sembrano non essere affetti dal virus della rabbia che appesta noi miseri mortali, o in generale danno l’impressione di poter gestire meglio i loro eccessi di sale. Negli incontri offline i giocatori si comportano come ci si aspetterebbe da dei veri professionisti. L’arbitro qui ricoprirebbe un ruolo più tecnico, e dovrebbe essere investito magari dei poteri un poco diversi. Ma di questo parleremo in futuro.

Voi che ne pensate? Fareste mai l’arbitro in League of Legends o pensate che la sola idea sia folle? Diteci la vostra su Facebook o nel nostro Forum.

Altre info su Gian Filippo Saba

Avido giocatore di qualsiasi genere possibile. Alto 1 metro e 80, pesante quanto un ramoscello d'ulivo, è fortemente convinto che la bravura ai videogames sia direttamente collegata al proprio indice di massa corporea. Nonostante ciò pensa ugualmente di esser il Prescelto in virtù di un sogno rivelatore avuto alla tenera età di 6 anni, in cui Crash Bandicoot gli rivelò i segreti del mondo videoludico.

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